Il governo talebano ha ufficialmente vietato il gioco degli scacchi in Afghanistan, sostenendo che possa incoraggiare il gioco d’azzardo e risultare incompatibile con la legge islamica. Il divieto resterà in vigore a tempo indeterminato, in attesa di un’analisi da parte delle autorità religiose.
Un portavoce della direzione sportiva dei talebani ha dichiarato che ci sono “considerazioni religiose” in merito agli scacchi, definendoli un possibile “mezzo di scommessa”. Il provvedimento si aggiunge alla lunga lista di attività già limitate dal ritorno al potere dei talebani nel 2021.
Dalla riconquista del Paese, il regime ha imposto severe restrizioni ispirate alla propria interpretazione della Sharia, colpendo in particolare la partecipazione delle donne alla vita pubblica e sportiva.
Il nuovo divieto evidenzia ancora una volta il deterioramento delle libertà individuali e dei diritti civili in Afghanistan, Paese segnato da decenni di conflitti. Dalla fine dell’occupazione sovietica alla presa di potere dei talebani nel 1996, fino all’intervento militare occidentale durato vent’anni, la storia recente dell’Afghanistan resta profondamente segnata da instabilità, estremismo e repressione.