Una chiesa ortodossa russa alle porte di Stoccolma, a Västerås, situata a soli 300 metri da un aeroporto utilizzato dalla NATO, potrebbe nascondere un centro di spionaggio al servizio di Mosca. A lanciare l’allarme è un’inchiesta pubblicata il 27 agosto.
La Chiesa della Santa Madre di Dio di Kazan, inaugurata nel 2019 con fondi provenienti da Rosatom — l’agenzia russa per l’energia nucleare — è gestita dal Patriarcato di Mosca, da sempre allineato con il Cremlino.
Elementi come una recinzione con cartelli di “vietato l’accesso”, la guglia costruita più alta rispetto ai permessi concessi e la vicinanza a un aeroporto militare, sono diventati oggetto di attenzione solo dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022. Tuttavia, secondo la legge svedese, i servizi di sicurezza non possono ispezionare edifici religiosi.
Un rapporto dell’intelligence svedese del 2024 ha parlato apertamente di “attività potenzialmente pericolose per la sicurezza” condotte nella zona. Di conseguenza, il consiglio comunale sta cercando di spostare la chiesa più lontano dall’aeroporto.
L’ambasciatore russo in Svezia ha respinto le accuse definendole “l’ennesimo caso di russofobia”.
Ma non sarebbe la prima volta che la Chiesa ortodossa russa viene associata a operazioni di spionaggio.
L’SVR — il servizio segreto estero russo — continua a utilizzare la rete della Chiesa ortodossa, o Patriarcato di Mosca, per esercitare influenza strategica, in perfetta continuità con le pratiche dell’era sovietica, quando era legata al KGB. Oggi, in pieno conflitto russo-ucraino, la Chiesa resta al tempo stesso istituzione religiosa e strumento di politica estera.
In questa gallery approfondiamo il legame tra spionaggio e clero, le tattiche impiegate dai servizi russi e l’impatto sulla credibilità della Chiesa come istituzione di fede. Continua a leggere per saperne di più.